THREE VOICES
In teoria sto scrivendo un articolo sul tema : "Arte e società". Per quello che ho capito, l'interrogativo a cui dobbiamo rispondere è: fino a che punto arte e società si influenzano a vicenda? Prima di stabilire in quale misura l'arte dovrebbe o non dovrebbe sovvertire la vita sociale, teniamo presente che la società non interferisce mai nell'arte. Anzi, la società se ne infischia dell'arte. La società, per come la vedo io, è una specie di mastodontico apparato digerente, che tritura qualunque cosa gli entri nella bocca. Questo smisurato appetito può ingollare un Botticelli in un sol boccone, con una voracità da terrorizzare tutti tranne il guardiano di uno zoo. Perchè l'arte è così masochista, così desiderosa di essere punita? Perchè è così ansiosa di finire dentro quelle gigantesche fauci?
Parlando seriamente, è vero che, oggi come oggi, in molti dotati musicisti, esiste la tendenza a orientarsi sempre più verso questa ingerenza "sovversiva". Anzi si sta formando un movimento che vede come funzione dell'arte quella di compiere "azioni di disturbo" contro il suo stesso autocompiacimento, o meglio contro la propria connivenza con una società soddisfatta di sè. [...]
Ma come si fa a mettere in comunicazione ciò che è reale con ciò che è soltanto una metafora? L'arte è soltanto una metafora. Solamente il contributo personale, quel senso di un qualcosa senza nome cui accennavo prima, può dare all'artista quei rari momenti in cui l'arte diventa la propria liberazione.
(Morton Feldman)
Nè questo nè quello in Morton Feldman, Pensieri verticali, Adelphi, 2013 [ * ]