E’ un libro magico, splendido. Certamente, conoscendo le opere di Cristina – parlo dei suoi film – ci si aspetta che presto ella ne tragga un film. Leggendo questo libro, si ha già la sensazione di leggere una sorta di sceneggiatura.
Ma mi preme sottolineare alcuni aspetti propri del libro in questione. Il titolo fa riferimento alla professione della protagonista, Sara, antropologa, sempre alla ricerca di novità sul suo mondo lavorativo, cioè la vita degli antenati dell’uomo, gli “ominidi”, come vengono chiamati. Per questa ragione, al centro della sua attività, Sara è quasi sempre fuori di casa, trascura la famiglia, e quando è a casa la sua vita è piuttosto confusa, fino a che il marito, Franco, non decide di lasciarla, proprio a causa di queste sue continue fughe…
Non voglio raccontare tutta la storia, ricchissima di situazioni e di aspetti riguardanti la famiglia di Sara. Come mia abitudine non anticipo mai la storia di un libro.
Un particolare che mi ha colpito, su come il libro è organizzato: i titoli dei capitoli sono i nomi dei personaggi che costituiscono – con le loro azioni o i loro pensieri – il capitolo stesso. E proprio questo particolare fa pensare alla sceneggiatura di un film. Altra cosa – che però ha a che fare con il mestiere di Sara – è il titolo del libro che fa riferimento ad uno dei ritrovamenti più importanti per gli antropologi: l’ominide femmina – battezzata Lucy – ritrovata nella Tanzania settentrionale, vicino ad Harar.
Le azioni del libro scorrono in modo piano, piacevolissimo. E la sua articolazione nei capitoli col nome dei protagonisti dell’intera storia facilita la lettura, che prende pochissimo tempo. Tutta la storia è una serie di “circostanze”, “situazioni” che coinvolgono – appunto – i vari protagonisti, tra i quali i figli di Sara e Franco, cioè Alex e Matilde. Sono proprio le azioni di questi due figli a caratterizzare profondamente la storia, a cominciare dalla fuga di Alex in Canada, per scappare dall’ambiente domestico, per lui diventato angusto e scomodo, soprattutto per le continue liti cui assiste, tra padre e madre.
Il romanzo è ricco, come dicevo, di situazioni ed eventi abbastanza inattesi e molto coinvolgenti. Ma sopra tutti, spicca la vicenda umana di Sara, che – non sapendo scegliere tra lavoro e famiglia, cerca – finché può – di barcamenarsi in entrambe le attività. E quando il marito la lascia e si fa una nuova famiglia, lei cerca di porre un piccolo rimedio a questa situazione. Ma chi legge vedrà che la storia ha un finale completamente inatteso, anch’esso, e decisamente sconvolgente. Finale che – indirettamente – è provocato proprio dalla professione di Sara. Approfittando del suo anno sabbatico, Sara scrive una storia di ominidi…e chi legge vedrà quanto in questa storia si rifletta proprio la vita della protagonista. Tra i lettori delle bozza della sua storia…ma non anticipo, altrimenti mi contraddico.
A me il libro ha fatto venire la voglia di conoscere gli altri scritti della Comencini, a cominciare dal libro che ha inspirato – penso – uno dei film che mi è piaciuto di più di Cristina regista, La bestia nel cuore. Mi auguro di trovarlo altrettanto bello e interessante come Lucy.