Raramente mi è successo di sentire il bisogno di scrivere una recensione subito dopo aver letto il libro. A caldo, cioè. Raramente, anche quando l’autore – l’autrice, in questo caso – è una figura notevole, nel panorama letterario dei nostri tempi, come la Bartlett.
Vi chiederete subito il perché di questo mio inizio. Ebbene, eccovi accontentati: Alicia (spero mi conceda questa confidenza) ha scritto a mio avviso la sua opera migliore, almeno per quanto attiene i romanzi della serie dell’ispettore Pedra Delicado. Non conosco ancora le sue opere di narrativa.
E’ difficile, anche per me che sono avvezzo a leggere, e a letture di questo genere, riuscire a dire in poche parole quello che viene da dire su questo splendido libro. Forse la cosa che colpisce di più il lettore è l’enorme ricchezza di vicende di cui è fatta la trama del romanzo. Si parte in sordina, ma presto il libro prende talmente che si vuole subito arrivare alla fine. E non mi è venuto affatto il desiderio di barare andando a leggere la fine in anticipo. Piuttosto mi sono affrettato nella lettura, il che non contribuisce molto a una buona comprensione di tutte le intenzioni dell’autrice…
Ma non voglio divagare. Piuttosto, ho subito avuto la curiosità, visto che si tratta di una scrittrice che viene da quella splendida città che è Barcellona, di verificare sulla carta geografica dove fosse il suo paese, Vinaroz. Bene, è un posto sul mare, alcuni chilometri a nord di Barcellona. Mare. Ecco cosa c’è nel libro senza che lo si nomini: il tipico respiro che ha la gente che ama il mare, come sicuramente – credo proprio di non sbagliare – ha la Bartlett.
Un libro splendido, come ho già detto. Un libro che riporta con la mente ad autori come Conan-Doyle, o Camilleri (col suo Montalbano, di cui Pedra è degna seguace – consapevole (?)), o altri, come il nostro Savatteri, per non arrivare a Poe. Ma il “giallo” di Poe è tinto di horror e tende al nero spinto, mentre il libro in questione è allegro, pieno di trovate sorprendenti e che fanno sobbalzare di gioia per la loro inaspettata genialità. E soprattutto è calato nella nostra realtà quotidiana. Mai quotidianità fu più bella da scoprire: alcuni momenti della protagonista Pedra sono propri della vita di tutti i giorni, e fanno dell’ispettore Delicado una figura che diventa realmente vicina a ciascuno di noi lettori. Nel suo rapporto con il vice-ispettore Garzòn si scopre molta sincerità e fraternità, come di rado succede tra colleghi di lavoro.
Il libro appare corposo, come non sono i libri della serie “La memoria”: ma appena si inizia a leggerlo, questa corposità scompare. Io ho impiegato circa quattro giorni (non certo pieni) a leggerlo e ricomincerei subito, per quanto mi è piaciuto. Ancora, il libro come naturale, è al femminile, nel senso che parla di donne e di storie che coinvolgono le donne. L’autrice si rivela donna in ogni pagina o capitolo, e spesso si capisce che l’istinto prevale dove dovrebbe esserci la ragione. Questo è un pensiero consapevole dell’ispettore Delicado, che non ne fa mistero.
La storia (che non rivelo) inizia con semplicità e – nello stesso tempo – un velo di mistero. E si svolge con tempi e modi abbastanza diversi dal consueto iter delle indagini. C’è una variante costituita da un viaggio in Italia, che più o meno avviene poco dopo l’inizio del libro e che mostra una Petra Delicado nuova, più vicina a noi e meno avventuristica. Molto più umana nelle sue vicissitudini. E soprattutto molto più combattuta, sia dagli eventi che dai suoi pensieri. Credo sia il personaggio al quale Alicia sia più vicina, più affezionata. Non so se si tratti di affinità, di vicinanza professionale o soltanto femminile: propendo per questa seconda ipotesi.
Il viaggio mostra anche alcune differenze tra le polizie spagnola e italiana. E questo accresce – come tutte le altre trovate – l’interesse del lettore. Insomma, la ricchezza di cui ho detto si manifesta in tantissimi aspetti collaterali alle vicende “gialle”, gli omicidi alla base del romanzo. Ma voglio ancora sottolineare l’aspetto della “femminilità” che pervade l’intero libro: non c’è solo Pedra ad essere donna…
Mi accorgo che sto ripetendo cose che ho già detto. E che – forse – non riesco più a trovare tutto quello che avevo da dire: è la peculiarità del libro stesso a far questo, e a giustificare il fatto che vorrei cominciare subito a rileggerlo. Di fronte agli altri tre o quattro romanzi con la stessa protagonista che ho letti, questo davvero fa venire voglia di rileggerlo subito. E’ un bellissimo viaggio nell’universo femminile, che ogni lettore (non importa di quale sesso) dovrebbe fare leggendolo. Per questo lo consiglio decisamente come un libro che si stacca da quelli del suo genere, diventando –a mio avviso – opera letteraria pregevole e degna dell’universalità che Alicia Giménez-Bartlett ha saputo infonderle.