NAPOLI FERROVIA
Romanzo sotto una forma molto originale di diario-intervista. Non si capisce quanto sia reale e autobiografico o quanto interamente inventato (occorrerebbe chiederlo all’autore), ma la vivida descrizione dei luoghi e dei ricordi che i luoghi suscitano fa pensare più ad una cronaca di fatti realmente vissuti.
La lettura è coinvolgente per l’attualità dei problemi (Napoli “sputacchiera d’Italia”, Napoli malavitosa accettata con rassegnazione dai napoletani, lo spaccio della droga, l’immigrazione tumultuosa, l’Islam che fa proseliti fra gli italiani) ed è anche divertente per l’accostamento di un comunista e un naziskin che si scoprono entrambi difensori dei perdenti pur essendo ideologicamente lontanissimi.
E’ centrale e descritto molto bene il dramma della bella protagonista femminile che viene avviata da giovane alla droga e nonostante l’aiuto della madre e dell’amante ne viene distrutta fisicamente e moralmente. Lettura utile quindi a tutti quei giovani che pensano di poter sperimentare i paradisi artificiali senza troppi rischi nella convinzione, erronea, di poter fare a meno dell’eroina in qualsiasi momento grazie alla propria volontà.
Dopo la lettura di questo romanzo viene voglia di leggere anche gli altri libri dello stesso autore su Napoli e anche il libro "Scala a San Potito" di Luigi Incoronato [ * ], che viene tante volte citato.
Lettura originale, coinvolgente, utile ai giovani, attualissima nei contenuti.
Per queste ragioni il giudizio sul libro è molto positivo.
(Pietro Benigni)
Ermanno Rea, Napoli ferrovia, Rizzoli, 2007 [ * ]